Lasciamo il concetto di Smart People per ultimo ed iniziamo il nostro percorso nel mondo delle smart cities dalla Smart Mobility: la mobilità avanzata.
Dovrebbe essere superfluo sottolineare come la mobilità costituisca uno degli elementi più critici della vivibilità delle nostre aree urbane. E poichè, come diceva R. Kaplan, si può gestire solo ciò che si può misurare, credo che sia il caso di partire da qualche dato oggettivo.
- L’incidenza del trasporto sulla produzione di CO2 è superiore al 25%
- Le emissioni di CO2 del settore della mobilità sono aumentate del 28% nel periodo 1990-2006
- Nel 2010 gli incidenti stradali hanno causato nel mondo 1,5 milioni di decessi e 50 milioni di feriti
- I costi derivanti dalla congestione del traffico sono stimati nell’intorno dell’1% del PIL.
Il comparto ha ritmi di crescita molto elevati, e si prevede che nei prossimi venti anni si avrà un incremento del volume di trasporti di merci e persone superiore al 50%.
E’ ovvio che, con dati di questa rilevanza, ogni attività che abbia come scopo quella di ottimizzare i processi abbia una grande rilevanza. Ma non è solo un fattore di convenienza a suggerire di investire in questo settore: il sistema è già sufficentemente sovraccarico e non sarà in grado di supportare a lungo l’aumento del traffico. Il rischio oggettivo che si corre è che nei prossimi anni la richiesta ecceda la capacità del comparto, con tutti i problemi che questo comporta.
La ricerca di soluzioni di smart mobility non è quindi una scelta, ma una necessità, ed è lapalissiano che prima si metteranno in campo, prima ne godremo i benefici. E non credo che sia un caso che, stando a quello che leggo, la maggioranza delle proposte e delle soluzioni per smart cities sia proprio in questo settore. Segnalo, peraltro, una conferenza che si terrà nei prossimi giorni a Torino, dal titolo Smart Mobility World.
Come intervenire? Rimanendo nell’ambito urbano, attivando dei processi in grado di massimizzare l’efficienza dei sistemi di trasporto pubblico. Questo può avvenire da una parte impiegando tecnologie innovative, più efficienti sotto il profilo energetico e meno inquinanti, come mezzi ibridi o a metano. Altrettanto importante è l’adozione di politiche che incentivino l’uso dei mezzi pubblici da parte dei cittadini – che credo siano da preferire ai disincentivi all’uso dei mezzi di proprietà. Si deve però lavorare anche su sistemi più flessibili: le esigenze dei cittadini cambiano ed i sistemi di mobilità devono essere in grado di adattarsi in modo rapido ed efficiente al mutamento delle esigenze degli utenti.
Un supporto importante, anche in questo campo, può essere dato dalle tecnologie dell’informazione. Ogni servizio di infomobilità – come quello che proponevo in 5 centesimi per PzSmart – va in questa direzione: un utente informato è in grado di utilizzare il sistema meglio di uno non informato. Ma ci sono altre aree di intervento. Gisto per citarne una, la rilevazione digitale dei dati di percorrenza dell’utenza può essere utilizzata per realizzare un modello del sistema da impiegare per l’ottimizzazione dello stesso. Il goal è proprio questo: un sistema più efficiente ha infatti costi di esercizio più bassi, migliori tempi di percorrenza, un uso minore di carburante ed un impatto ambientale migliore.
Di intelligente in questo contesto c’è il pensiero degli ingegneri che sono chiamati a trovare le soluzioni più opportune in relazione alle esigenze di un determinato territorio. Noi dobbiamo imparare ad essere svegli ed a cogliere le opportunità che il mondo ci mette a disposizione.
(segue: smart environment)