Trenta anni or sono, a cavallo fra Novembre e Dicembre del 1984, vedeva la luce South Italy CBBS.
Agli inizi degli anni ’80 i CBBS (acronimo di Computerized Bulletin Board System) erano una sorta di ‘bacheche’ elettroniche: computer, collegati ad un modem, programmati per rispondere automaticamente alle chiamate e fornire una serie di funzioni a chi si collegava. attraverso le linee telefoniche pubbliche, utilizzando modem o accoppiatori acustici.
Alcuni mesi più tardi, South Italy CBBS sarebbe diventato il primo nodo della rete mondiale FidoNet a sud dell’Olanda. Fra le nazioni europee l’Italia arrivava terza, dopo Olanda ed Inghilterra, ad affacciarsi nel mondo di quella che, a quei tempi, definivamo telematica amatoriale.
Della mia esperienza con la rete FidoNet ho già scritto in passato.
Vorrei invece riportare le parole di Carlo Cubitosa, che in Italian Crackdown (Apogeo, 1999) fotografa quel periodo storico in modo efficace:
… a facilitare questo processo (di diffusione, NdR) contribuisce anche il carattere libero e non proprietario dei programmi utilizzati per le reti di BBS, realizzati dai loro autori per il semplice gusto di far funzionare meglio le reti “in tecnologia FidoNet”. Tutti i programmi necessari al funzionamento di un BBS vengono scritti senza scopo di lucro e senza essere rinchiusi nella gabbia del copyright. Questa operazione è meno disinteressata di quello che si potrebbe credere: l’interesse maggiore non era il ritorno economico dell’attività di programmazione, ma i benefici culturali, informativi e di esperienza causati da ogni nuovo miglioramento della tecnologia di rete. Una rete più comoda da usare e più efficiente diventa infatti una rete con più utenti, più informazioni, più programmi, più messaggi, più idee, più scambi sociali e tecnici.
Sono tre i punti di forza che nel decennio 1985-95 fanno dei BBS la tecnologia vincente, il luogo di aggregazione telematica più vivo e popolato: una maggiore ricchezza in termini di risorse umane, l’utilizzo di strumenti tecnologici accessibili, diffusi ed economici (i primi personal computer) e l’elaborazione collettiva di soluzioni tecniche sempre più efficienti.
È proprio sui BBS, e non sull’internet, che hanno inizio i percorsi di riflessione culturale e tecnologica sulle conseguenze della “rivoluzione digitale”. I BBS diventano un laboratorio di sperimentazione collettiva, in cui la società civile, tagliata fuori da un’internet ancora elitaria, comincia a discutere di privacy, crittografia, editoria elettronica, censura e controllo delle informazioni da parte dei governi, tecnocrazia, diritti telematici, copyright, libertà del software…
Credo che il BBS, elemento cardine di un periodo storico così significativo, debba essere rappresentato in modo più efficace che giusto poche righe di descrizione testuale. Ho quindi pensato di mettere in piedi una replica funzionante di quello che era il mio Bulletin Board, Fido Potenza, nella seconda metà degli anni ’80.
Ho scelto questo periodo in quanto la tecnologia dell’epoca era già abbastanza matura da consentire una fruibilità del sistema.
Ho scartato a priore l’ipotesi di utilizzare le linee telefoniche, dato che i modem, al giorno d’oggi, sono tornati ad essere oggetti di nicchia. La connessione avviene mediante l’uso di uno dei protocolli più ‘antichi’ del mondo internet, il telnet. Allo stesso modo, per ridurre l’impatto sull’ambiente, anziché usare del ferro ho preferito optare per una macchina virtuale. L’hardware, emulato, è un intel 386 con 8 Mbyte di RAM ed un hard disk da 70MByte, analogo a quello su cui girava Fido Potenza nella seconda metà degli anni ’80. Rigorosamente originale, invece, l’ambiente software: il sistema operativo è l’MsDos 3.2, il driver fossil l’x00, mentre il programma chiave è OPUS CBBS, di Wynn Wagner III. La connessione telnet è gestita da un modem virtuale che regola la velocità di scambio della connessione telnet ai 2400 baud che costituivano lo standard dell’epoca.
In altre parole, al di là del mezzo fisico di connessione, collegandosi a questa ristampa anastatica di Fido Potenza si potrà avere la stesse esperienza di quando, negli anni ’80, ci si collegava via modem. Per questo motivo il sistema è monoutente come quello a cui si ispira.
Per accedere al sistema è possibile collegarsi via telnet all’indirizzo dxcluster.i8zse.eu sulla porta 5000. Si può utilizzare un qualsiasi programma che supporti il telnet, come teraterm.
Per chi, invece, volesse provare ad accedere senza installare software, ho predisposto un client web a questa pagina.
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